L’Aburī mochi è un dolce che si può assaggiare nel Santuario Shintoista di Imamiya-Jinja e mangiarlo da buona salute, fertilità e longevità.

(se avete piacere sappiate che si trova a soli 2km circa dal Kinkaku-ji ovvero il Padiglione d’oro).

Il Santuario fu costruito per proteggere simbolicamente Kyoto (quando era capitale del Giappone nel periodo Heian) dalle malattie. Molti nella capitale infatti morirono di peste e solo con l’innalzamento del tempio l’epidemia riuscì a placarsi.

La divinità che ospita il santuario infatti si dice possa curare le malattie, ecco dunque l’uso comune della popolazione  giapponese di andare in pellegrinaggio per avere buona salute, e prima di rientrare a casa, fermarsi in uno dei due negozia posizionati ai lati interni del santuario, e consumare l’aburī mochi : questo dolce è considerato ottimo perchè se mangiato scaccia le malattie! L’aburi mochi è uno gnocchetto di riso passato nella farina di soia tostata (kinako), arrostito su un fuoco di carboni e poi immerso, poco prima di esser servito, in una salsa dolce a base di miso.

Vengono serviti infilati su due bastoncini di bambù, molto importanti in quanto purificati precedentemente al santuario stesso.

Ecco dunque come un dolce diventa “sacro” alla divinità e da aiuto alle persone che lo mangiano.

Ma un altro modo per poter assaggiare questo dolce consacrato è anche quello di partecipare al Festival che si tiene ogni anno al santuario ( ogni seconda domenica del mese di  aprile) che ha nome Yasurai Festival, in cui demoni neri e rossi danzano attorno all’ Hanagaso ( un cappello conico ornato di molti fiori ) invocando longevità e protezione dalla peste.

Questa pratica molto antica e inusuale fece sì che già al tempo questo Festival fosse disconosciuto dai Festival ufficiali giapponesi con canti e balli, perchè considerato molto eccentrico.